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La proposta elaborata per la sistemazione del verde della Rotonda storica di Badoere prende spunto dalla volontà di ridare forma riconoscibile e circoscrivibile allo spazio piazza a partire dai riferimenti storici che ne hanno determinato la nascita, lo sviluppo e le trasformazioni negli anni.
Lo spazio individuato dalle Barchesse settecentesche non si qualifica come campo di città ma piuttosto come aia, cortile di campagna, estensione all’aperto degli spazi originariamente adibiti a residenza ed ambito dedicato al mercato di bestiame, pollame e prodotti agricoli.
La produzione iconografica ottocentesca rappresenta il luogo come campo composto di terra battuta e prato erboso, arricchito di alberi puntuali, presentando peraltro un’immagine di complessiva unitarietà data dalla presenza di un unico materiale di base e dall’assenza di forti segni di cesura e taglio determinati, quali quelli corrispondenti ai percorsi di attraversamento.
Le epoche successive hanno testimoniato per lo spazio in questione l’adozione di diverse destinazioni che ne hanno sottolineato la forte elasticità e duttilità d’uso. Tra queste, va ricordato per esempio l’utilizzo a velodromo temporaneo in terra battuta per gare ciclistiche.
Negli anni del Novecento, la diffusione massiccia dell’automobile, ha purtroppo sancito una progressiva riduzione dello spazio verde a favore di spazi carrai di deambulazione e sosta.
Allo stato attuale, in posizione centrale all’emiciclo di levante, il passaggio carraio originariamente corrispondente alla vecchia strada per Morgano, è stato oggetto di uno sproporzionato allargamento, che falsandone le dimensioni reali, lo trasforma in ambito “fuori scala” per il luogo.
Allo stesso tempo, gli spazi di sosta temporanea adiacenti alla strada provinciale, hanno subito deformazioni planimetriche determinanti ingiustificati aumenti in profondità dell’ambito carraio. Il transito e parcheggio delle automobili nello spazio anulare intercluso tra il prato e l’acciottolato,reso possibile anche nei giorni del Mercato settimanale, ha determinato deterioramenti consistenti ai bordi ed al fondo della pavimentazione originale nonché azzerato il rivestimento erboso della scolina, producendo così un ulteriore dannoso effetto di scollamento tra il piano verde e quello a ghiaietta.
Su tutto va registrata la presenza impattante del nastro stradale, che oltre agli effetti dannosi apportati in termini di rumore e sicurezza soprattutto dal traffico pesante, amplifica enormemente il senso di divisione tra i due ambiti che sarebbe peraltro utopico immaginare ri-connessi dovendo ricreare l’originario transito di carri, biciclette e pedoni.
E’ del 1996 l’incidente stradale dovuto all’uscita di strada di un camion che provocò la demolizione delle arcate del frontone sud della barchessa nobile.
Le attività fieristiche, culturali e di svago tenute periodicamente all’interno dello spazio pubblico vengono in molti casi gestite senza prevedere un impiego razionale degli spazi necessari, determinando in questo modo ulteriori sconfinamenti nell’ambito verde, con lo sfruttamento dello stesso per il passaggio e la sosta di mezzi o per lo stazionamento di strutture di ricovero temporanee.
In generale, un’analisi accurata del sito fa emergere la sproporzione insita in termini di estensioni tra l’area a verde e quella a ghiaietta, mettendo in luce la debole presenza della prima sia in termini di necessità reali legate ad un uso rispettoso che in riferimento ai rapporti visuali propri della natura originaria del luogo.
L’idea elaborata parte dal presupposto di riconferire dignità al luogo attraverso un uso dello stesso meno frammentato, più rispettoso della conformazione originaria e specificatamente calibrato per la visione del monumento della Rotonda.
Per ottenere questi obiettivi senza produrre forti scompensi alla situazione attuale e con l’intenzione di ridurre i costi di intervento, si è pensato di procedere con una progettazione del verde rispettosa dello stato attuale, sviluppata anche attraverso il mantenimento di manufatti esistenti.
In primo luogo viene proposto un aumento della superficie attualmente destinata a tappeto erboso. Tale allargamento passa attraverso il ridisegno e la rettifica del limite perimetrale di contenimento, per inquadrare lo spazio all’interno di forme riconoscibili e definite.
In questo senso l’eliminazione della strada centrale a favore di un’ulteriore piantumazione a tappeto erboso, elimina il senso di frattura esistente e consegna al cittadino fruitore un ambito unitario, di dimensioni più generose e privo del passaggio di macchine, perciò maggiormente sicuro per i bambini.
Nell’emiciclo ovest, nonostante le ridotte dimensioni di profondità, risulta comunque possibile il ricavo di un vano allungato sfruttabile per particolari manifestazioni all’aperto.
In seconda battuta è stata posta particolare attenzione nello studio del bordo delle nuove forme, inteso come limite, confine e membrana rispetto alla Rotonda ed ai nastri di percorso perimetrali.
In questo senso, si individuano diverse tipologie di bordo.
Ai lati perimetrali viene individuato un “bordo a cespuglio fitto”, composto di corsie di penetrazione, utili all’ingresso nello spazio interno ed alle manutenzioni. Questo blocco di siepi viene proposto in essenze miste di faggio, bosso, acero campestre, nell’intento di segnare il passare delle stagioni secondo i naturali ritmi di cambio colore e perdita delle foglie tipiche di alcuni esemplari scelti. Le essenze individuate sono inoltre le più idonee a garantire una crescita controllata a fronte di uno sviluppo denso e fitto, necessario a soddisfare il concept progettuale.
Lungo la strada provinciale e parallelamente all’andamento curvilineo degli edifici prospicienti alla piazza, si individua un “bordo muro”, una quinta scenica, necessaria ad ottenere un collegamento visuale tra il campo verde ed il bordo definito dagli edifici storici, pur isolando questi ultimi dal contatto con le automobili proponendosi come limite di sicurezza alla loro integrità architettonica.
Infine nei punti di contatto tra la piazza verde e la strada provinciale, si costituisce un “bordo filtro”, composto di elementi puntuali di unica essenza arborea, lavorati e manutentati in forme squadrate parallelepipede, di pianta rettangolare o quadrata. Questo risulta il punto di maggior permeabilità, favorendo l’ingresso a piedi negli ambiti interclusi e individuando uno spazio parcheggio mitigato. Grazie ad uno sviluppo verticale calcolato degli elementi siepe, si instaura un collegamento prospettico tra i due emicicli, producendo nel visitatore la sensazione ottica dell’assenza della strada.
All’interno degli spazi verdi a tappeto erboso trovano posto delle piazzole con pavimentazione in battuto di coccio pesto a raso con il livello del prato, utili alla realizzazione di manifestazioni temporanee, all’installazione di ricoveri provvisionali in periodo fieristico, all’eventuale installazione di attrezzature di gioco per bambini.
Il progetto del verde prevede inoltre il consolidamento attraverso nuove piantumazioni degli esemplari ad alto fusto esistenti nei punti radiali degli emicicli.
Alla base degli edifici del Municipio e dell’ex Chiesetta di S.Antonio, si propone l’installazione di macchie cespugliose ad essenza assortita e da fiore per ridurre il dislivello tra la quota di accesso agli stessi ed il piano campagna ed al tempo stesso per evidenziare i luoghi dimora dell’esercizio della funzione pubblica.
In generale la suggestione progettuale che sta alla base dell’impianto planivolumetrico prende spunto dalla volontà di creare delle stanze a cielo aperto, ri-connettendo ambiti e forme originariamente uniti. Il sogno realizzato in questo luogo consiste nel vivere una “piazza di campagna”, godendo dei benefici naturali dati da una stanza verde, al riparo dal traffico e con vista privilegiata a tutto tondo verso un complesso monumentale unico nel suo valore storico-architettonico.
Il disegno mantiene salva la sua realizzabilità pur conservando elementi infrastrutturali esistenti quali la scolina di raccolta acque meteoriche, la fontana posta sul lato est e la piazzola in calcestruzzo utilizzata per il mercato del pesce, integrandoli e riducendone l’impatto formale attualmente prodotto sull’intorno.
Le attività commerciali presenti conservano inalterata la possibilità di attrezzare spazi pubblici esterni a plateatico.
Il mercatino mensile del trovarobe, può comunque continuare ad essere ospitato all’interno della piazza, attraverso una ridistribuzione razionale dei banchi che possa ad esempio contemplare l’uso dei portici dell’emiciclo di Levante, di parte di Via Sile e del nuovo parcheggio pubblico in Piazza Serenissima collegato alla Rotonda in posizione adiacente a sud attraverso i portici dell’edificio dell’Ex Sala da Ballo.